mercoledì 25 settembre 2013

La fatica d'essere scrittore #1

Oggi inauguro una nuova rubrica di interviste. La cadenza dipenderà molto dal mio stato umorale... Intervisterò scrittori, da qui il nome della rubrica, senza escludere ogni tanto qualche altro artista. Oggi inizio con Fabrizio Carollo, scrittore ma non solo, bolognese.



Dico sempre a chi mi chiede del perché scrivo che non potrei  fare altro, se non lo facessi non sarei me stesso.  Sarei  un’altra persona. Ti senti di condividere  questa affermazione anche per quello che fai tu?
Sottoscrivo incondizionatamente la tua affermazione. Per quello che mi riguarda, la scrittura è una estensione del mio essere, una sorta di linfa che fa evolvere continuamente cuore ed anima. Ho sempre amato scrivere e non credo di essere presuntuoso nel dire che, per me è sempre stato un dono. Ovviamente, ho fatto la mia brava gavetta anche nella scrittura, sperimentando, sbagliando e migliorando negli anni fino a trovare un mio stile ed un mio genere, però non potrei mai fare a meno di scrivere ed è qualcosa che mi viene naturalmente (Mai fatta la malacopia di un tema!). Inoltre, la scrittura mi ha aiutato a vincere una grande timidezza e mi ha fatto conoscere tanti nuovi amici e mi ha dato la possibilità di realizzare parecchi sogni, che pensavo rimanessero per sempre nel classico cassetto! Sì...certamente, senza la scrittura sarei stato completamente diverso e non mi sarebbe piaciuto quel Fabrizio.
L’Italia è un museo a cielo aperto, l’Italia è il luogo di grandi scrittori e musicisti, di grandi registi e grandi attori. E si potrebbe continuare all’infinito. Da uomo di cultura quale sei, non trovi che a volte tutte queste affermazioni sembrino una presa in giro vista la difficoltà di “fare cultura” nel nostro paese?
Il nostro paese è una miniera di Cultura ed Arte, con la C e la A maiuscole. L’elenco delle personalità che hanno dato e danno al nostro paese, in termini culturali, è veramente sconfinato! Però, la cultura è sempre stata bistrattata, umiliata ed a volte esiliata dalle stesse persone che dovrebbero portarla in auge nelle città e nei comuni. Io trovo che fare cultura in Italia sia veramente difficile ma il fatto che da noi vi siano numerosissimi talenti in tutti i settori è anche indice di un grande potere delle nostre terre. Paradossalmente, anche il fatto che la cultura italiana non sia così valorizzata, porta anche gli artisti ad essere più gelosi delle loro opere e c’è anche una sorta di “circolo” degli uomini di cultura, all’interno del quale si hanno bellissime sensazioni. Si parla, si scambiano opinioni e ci si intende, emozionandosi e capendo che è anche bello sapere che forse non tutti possono capire le nostre sensazioni, altrimenti si scadrebbe nella monotonia. In parole povere, è bello essere pochi all’interno del nostro mondo, diverso da ognuno di noi ma comunque simile. Certo, la cultura dovrebbe essere più valorizzata, più pubblicizzata nel nostro paese, specialmente per quello che riguarda i talenti emergenti ma non dimentichiamo che la cultura può anche trovarsi all’interno di un bar, di un circolo, in qualsiasi luogo. Sta a noi saperla identificare e lasciarci rapire da essa.
Sono del parere che un vero artista con la sua opera debba darti un pugno nello stomaco senza perdere la tenerezza. Senza queste condizioni abbiamo prodotti culturali e non cultura vera e propria. Sei d’accordo?
L’arte, per definizione, DEVE essere gioiosa e triste al tempo stesso. Deve accarezzarti e percuoterti brutalmente ed io cerco, in quello che scrivo, di comunicare questo non facile contrasto. Come hai detto giustamente, senza questa tempesta emotiva, avremmo banali prodotti culturali come usciti da una catena di montaggio: magari esteticamente bellissimi ma privi di personalità e senza il potere di catturare l’attenzione e le emozioni di chi ne viene a contatto.
Mi spieghi perché senza libri saresti una persona diversa?
Come detto prima, credo che sarei più chiuso e meno maturo di quanto non sia adesso. Certo, il percorso è ancora molto lungo ed insidioso ma senza la scrittura non sarei stato in grado di evolvermi come persona in sé. Ogni volta che scrivo, scopro una parte nuova di me, nel bene o nel male. Inoltre, scrivere è stata una valvola di sfogo importantissima nei momenti peggiori della mia vita. Piuttosto che prendere a pugni una parete è meglio creare una buona storia, no?
Ti ringrazio per la tua disponibilità, prima dei tuoi saluti però, fatti un po’ di sana pubblicità.
Sto ancora revisionando il mio quarto libro, che sarà anche il mio primo romanzo. Una sorta di omaggio al mondo vampiresco anni ottanta e devo confessare che mi sono divertito molto a scriverlo. Forse la trama è più lineare rispetto ai miei precedenti lavori ma penso che potrà piacere ai lettori che già mi hanno apprezzato e che possa conquistarne di nuovi. Molta azione, l’eterna lotta del bene contro il male, qualche sorpresa e un bel po’ di violenza fumettistica, com’è ormai mia abitudine! Spero di farlo uscire a fine anno. In autunno, inoltre, sarà sulla web tv C-100 per la conduzione della nuova stagione della mia rubrica di interviste “Un autore nella Cultura” e vi terrò compagnia fino a Natale con tantissime novità. Proseguono anche le mie collaborazioni giornalistiche ed il mio percorso fotografico che mi ha catturato per caso ma che mi coinvolge sempre di più, trovandolo incredibilmente sconfinato e ricco di potenzialità e nuove sfide. A questo proposito, ben due mostre in programma: una paesaggistica e l’altra….FANTASMAGORICA, eheheh! Non svelerò di più! Grazie a voi per la bella intervista!

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