venerdì 14 marzo 2014

Intervista Mebook

Ecco la mia intervista pubblicata su mebook.it, a cura di Monica Pasero.

1)Innanzitutto, ti ringrazio di essere qui, inizio subito col chiederti : cosa ti ha spinto verso la scrittura , rammenti il tuo primissimo scritto?
La passione per la letteratura mi è stata trasmessa da mia mamma, poi il passo per provare a scrivere qualcosa di “originale” è stato breve. Onestamente non ricordo il mio primo scritto, immagino sia stato un qualcosa di adolescenziale al cento per cento.
2) Quando componi, quali sono le fonti a cui ti ispiri maggiormente?
Attingo molto dalla vita di tutti i giorni, esperienze vissute, notizie sentite alla radio, chiacchiere tra amici. Da lì parto per raccontare quello che voglio.
3)Ci sono stati degli autori, che hanno condizionato il tuo modo di scrivere, se sì, in che modo?
Amo molto la letteratura americana, il mio progetto American Ciacoe (facebook.com/AmericanCiacoe)  è nato proprio da questa mia passione. Quindi è innegabile che molti scrittori “autobiografici” come Hemingway, Bukowski, Bunker, siano stati fonte di ispirazione. Anche l’ironia di Twain, e pure Poe, penso mi influenzi. P.S. Ciacoe in veneto vuol dire chiacchiere.
4)Esordisci  giovanissimo nel 1996 con “Sottovoce” ,la tua prima pubblicazione ,vuoi parlarcene? Ritorno alla mia frase di prima “…un qualcosa di adolescenziale…”, però tutto sommato ero giovanissimo e sarebbe stato strano leggere scritti che non fossero esistenzialisti e pure un pochino depressi. In quel periodo leggevo molto i classici europei e ne venni influenzato. Però, se devo dire la verità, per come scrivo oggi, quelle letture e quegli scritti sono stati la giusta metà del mio essere scrittore. Gli autori americani hanno poi completato l’opera.
 5) Poco tempo dopo, fondi un’ associazione “Animali di strada” che unisce la scrittura alla musica, qual è il suo scopo  principale?
Lo scopo era quello di dimostrare al mondo che nel “fiorente” nordest si usa la testa anche per suonare, scrivere, recitare e fare cultura. Non solo per lavorare venticinque ora al giorno. Volevamo essere personegiovanichepensano!
6)A fine 2010 viene alla luce una tua  nuova raccolta poetica dal titolo "Una complessa semplicità"  tema principale di questa silloge, la solitudine nella società moderna. Una tua riflessione sull’ argomento?
Siamo tutti soli, cerchiamo successo, fama, figli, lavoro, solo per avere meno solitudine. Penso che dovremmo accettare di essere un po’ più soli e accettare questo stato. Tutto il resto dovrebbe venire dopo. Un figlio, come una amicizia, un amore, come tutto, sono eventi che ti devono arricchire e non completare.
7) Il tuo ultimo libro “La fatica di non pensare” raccoglie pensieri, riflessioni  e  tematiche importanti, che ci invitano a riflettere e mi inducono a riproporti un tuo quesito: Può la solitudine essere creativa ? Sennò come potrei scrivere???
I bambini sono dei maestri di solitudine. Quando giocano per ore da soli, magari semplicemente con un bicchiere di plastica, stanno bene. Da questo punto di vista noi adulti siamo regrediti, abbiamo bisogno degli altri per sentirci bravi o vivi. E questo è un problema sociale! La società moderna non ci dà più libertà, anzi. Le persone veramente libere devono stare bene da sole.
8)Come vivi il tuo status di scrittore  underground?
Benissimo. Un po’ faticoso perché la promozione dei miei scritti me la devo fare io all’ottanta per cento. Però, da spirito libero, probabilmente farei fatica ad avere troppi vincoli.
9)Progetti futuri?
E’ praticamente pronto un libro di racconti, dovrebbe uscire già in questo 2014. Ci saranno racconti di solitudine, ma anche un po’ di noir e pulp, quindi un po’ di violenza. E non mancherà una certa dose di tenerezza che non fa mai male!
10)Una motivazione per iscriversi a Mebook, la tua esperienza?
E’ una bella esperienza, un caffè letterario virtuale, un posto dove dire la tua e ascoltare gli altri.



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Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore.
F. De André

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