venerdì 15 luglio 2011

Policy makers

In realtà non sta cambinado nulla, anche gli ultimi segnali di cambiamento che hanno avuto il loro culmine con le elezioni di De Magistris e Pisapia sembrano già svaniti. Capiamoci, non ho dubbi e non metto in discussione le due persone Pisapia e De Magistris, ma anche loro verranno fagocitati del sistema. Dureranno il tempo, spero almeno quello, di una legislatura, poi la partitocrazia ritornerà all'unico posto che può avere per continuare a dirigere le manovre. Cioè, al comando. Costi quel che costi.
Perché non è cambiato nulla? Perché la manovra del Ministro Tremonti (discussa con aule semi vuote) andrà a colpire soprattutto il ceto medio, il ceto più basso ormai non ha più nulla, quindi tanto vale la pena ignorarlo. Non è una battuta, è tutto drammaticamente vero. I poveri in Italia ormai rappresentano il 10-15% della popolazione totale! Perché quegli inutili culi che siedono sui banchi dell'opposizione sono lì non per merito, tolti forse alcuni casi, e pensano solo a mantenere il sistema. Di cui sono ingranaggi duri da oliare. Tanto, in campagna elettorale è facile sparare su Berlusconi, scusa sempre buona e valida per far finta di essere preparati per convincere l'elettorato. Perché ogni giorno si sentono notizie di politici, dai consiglieri comunali di piccoli comuni fino ai ministri della Repubblica, invischiati con mafia, riciclaggi e tutto ciò che in campagna elettorale viene puntualmente trattato come il male dell'Italia. Poi, improvvisamente, il male del nostro paese diviene un "male" con cui coesistere. Perché la classe politica italiana non ascolta i NO TAV. Il popolo non vuole quell'opera, ancora senza valutazione di impatto ambientale definitiva, ma i nostri politici non ci sentono.
Ho solo un appunto da fare agli elettori, e di conseguenza a me stesso, prima di andare a votare solo sulla fiducia, dobbiamo voler vedere i programmi elettorali dei partiti e dei candidati. Basta con urla in tv o ai comizi, basta con cartelloni pubblicitari con sorrisi nel vuoto, se volete ridere venite alle mie lezioni, non buttiamo il nostro voto. Le scatole vuote dei programmi elettorali dobbiamo volerle riempire e non permettere ai nostri politici che le lascino vuote di risposte, in un paese democratico e civile i primi a voler dare le risposte sono proprio i politici stessi.

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