martedì 12 febbraio 2013

Elezioni 2013, #14

Ricevo e pubblico interamente una riflessione di Caterino, condivisibile in toto. Alla faccia di tutti i rinnovatori del paese.
Buona lettura.


Una competizione che si rispetti dovrebbe poter vedere uno o più vincitori da una parte e i perdendi dall’altra. perdenti che incartondosi la sconfitta, la portano a casa. Traggono insegnamento e si preparano alla prossima competizione.
Ma in Italia non funziona cosi’, chi ha un bacino di voti influente nel caso non venga eletto, perchè di elezioni si parla, mercanteggia il suo contributo, in modo che se il suo schieramento
non vincesse o la sua persona non venisse scelta, solo per l’ausilio di cui sopra, gli verrebbero riconosciuti dei benefit.
Tali benefit di solito sono: o partecipazione ad altre tornate elettorali meglio se europee (vedi mastella o borghezio) se non regionali o provinciali. Con garanzia di vittoria se non di buon piazzamento. Ma ancor peggio ed è su questo argomento che voglio puntare il dito, l’assunzione se non la creazione ad hoc presso le partecipate. Garanzia di assoluta inadeguatezza al compito direttamente proporzionale allo stipendio.
Si riempiono la bocca di meritocrazia mentre vengono premiati sempre i soliti, con posizioni che o sono inutili o male dei mali sono dannose rallentando rendendo inefficiente l’erogazione di certi servizi.
Esempio su tutti un politico* di Campolongo Maggiore a cui è stata affidata la direzione di un tratto dell’autostrada, ora agli arresti perchè nonostante i 20.000 euro, dico 20.000; ha sentito il bisogno di intascare mazzette. Ah dimenticavo, oltre ai 20000 c’era il bonus assunzione segretaria dato alla moglie con compenso di euro 7000 perchè una segretaria per la responsabilità che ha deve essere pagata 7000 euro.
Non entro nel merito di funzionari APS o HERA....
QUINDI POSSIAMO DIRE CHE SE ANCHE PERDENTI, VINCONO LO STESSO.
Con questo presupposto che classe politica nasce e cresce. con che voglia questi si danno alla causa di uno stato migliore?



*Lino Brentan. Da Campolongo Maggiore al vertice delle autostrade venete, ex operaio delle Leghe leggere, per 15 anni amministratore delegato della Venezia-Padova, comincia la sua «carriera» politica all’ombra del sindacato. 
Fonte "La Nuova Venezia" 

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