sabato 2 febbraio 2013

Elezioni 2013, #8

Ricevo da Moreno questo pensiero, lo pubblico immediatamente! Come dire cose sensate e concrete senza dire ovvietà o passare per l'imbonitore di turno.


Scimmie ammaestrate

Arrivo a casa da una giornata nera, nella media di questo ultimo anno e mezzo.
Oggi particolarmente nera, ma comunque sempre con qualche lampo di speranza qua e là.
Mentre immobile nei pensieri viaggio nel treno che mi porta a casa, guardo l’umanità stanca che ho intorno a me, con un animo incerto, ora gioioso ora incazzato.
Mi chiedo perché. Cosa c’è che mi dà davvero fastidio. Cosa mi urta in maniera leggera ma insopportabile la parte più sensibile del sistema nervoso. E che mi fa voglia di prendermela con tutti e con nessuno.
Inseguo i miei pensieri. Senza cercare una risposta. E ascolto. Una ragazza di fronte a me, parla di Extreme Home Edition. Programma televisivo. Lì per lì, la mia mente sta per sputare questa cosa, bollandola come cazzata. Ma non lo faccio e penso alla Marcuzzi, che conduce il programma – formato italiano, copia di quello americano.
Anche qui non mi fermo alla finzione. Ai sentimenti fasulli, forzati, portati alla ribalta per coinvolgere lo spettatore in un turbine forzato di emozioni. Sono tutti attori, questo è quello che penso, pure gli americani, ma lo fanno meglio. Se sono attori, sono certamente più bravi.
Ma perché? Perché questo popolo che ha parecchi difetti, che per i colti e tradizionalisti europei, è un “popolo senza storia” riesce in diverse ambiti e in diversi momenti a scatenare emozioni e sensazioni forti? Facile bollare il tipico film come “americanata”. L’eroe che dopo aver subito ingiustizie di tutti i tipi, a rischio della sua vita, debella il male e salva gli innocenti. Allontanandosi poi nell’orizzonte. O l’atleta che nel suo gesto mette la rivalsa di una razza sulle ingiustizie subite e vince.
Ma ancora non ci sono. Cosa mi dà fastidio? Che loro siano così prevedibilmente legati a sentimenti e valori (patria, libertà, cameratismo, amicizia…) a volte in maniera così pateticamente ovvia? O forse che non lo siamo noi?
Forse è questo.
Forse il fatto che il popolo italiano ha perso quella identità, intesa come la capacità di essere se stesso senza modelli o stereotipi forzati da un mercato o da un politico che controlla n televisioni. Ha perso nella maggioranza dei sui componenti quella spontaneità, quella italianità fatta di fantasia, onestà, forza e sentimenti che ne fanno un esempio di fronte al mondo. Non il migliore magari, e nemmeno il solo. Ma unicamente Italiano.
Noi oggi scimmiottiamo. I politici scimmiottano format, sondaggi, opinionisti, share, cronisti, testate giornalistiche e modelli di altri paesi. Incapaci di fare uscire la nostra identità e genuinità. Il nostro essere che deriva dalla nostra cultura e capacità.
Perché l’italiano deve essere Berlusconi? Perché non abbiamo il coraggio di fare un passo oltre?
La sinistra ha scelto Bersani (il popolo pagante della sinistra), in(forseconsapevole che avrebbe aperto la strada al ritorno del grande imbonitore.
Con Renzi non l’avrebbe fatto. Avrebbe fatto la figura del nonno. Sconfitto in partenza. Ma perché ci dobbiamo sempre annichilire su scelte comode e con poco futuro? Perché dobbiamo scimmiottare il mondo alla ricerca di una identità che latita?
Io una libertà d’animo la trovo nella gente di cui mi circondo. Quella che considero amica. Che scelgo. Gente che come me, non conta un cazzo a livello di governo. Gente che vede, sceglie, parla e fa sulla propria pelle. E alla sera, non conta i graffi nell’anima. Ma dorme serena di aver lottato per un sogno a cui nemmeno riesce a dare un nome.
Sarebbe bello che ci fossero dei politici, ma anche tutte le persone, che avessero il coraggio dell’autenticità e della libertà dalla via di mezzo e dal copiare o scimmiottare modelli di cartapesta.  Riconoscere la voce della libertà della mente nelle parole di qualcuno.
Ecco cosa mi fa incazzare. Ecco perché al posto di andare a vedere Bersani (o Monti), preferisco bere una birra con Mauro. Incazzandomi.

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