lunedì 11 febbraio 2013

Sono rimasto senza te, amico

Sabato Caterina mi ha fatto riscoprire una mia vecchia poesia che ho scritto tanto tempo fa. Non ricordavo neanche d'averla scritta. Volevo autodedicarmela oggi, il giorno del mio compleanno. Stanotte, però, è mancato un caro amico, Sergio. Quindi, la dedico a te. 
Inutile dire che mi mancherai e impressionante il senso di sconfitta che ho in queste ore.


IN QUANTI SIAMO RIMASTI IN QUESTO CAFFE'

Un palo giallo 
con dei cartelloni pubblicitari
è tutto quello che rappresenta
la fermata del bus.

Una grigia giornata 
ma potrebbe essere anche diversa.
Muratori già sporchi alle sette del mattino
e una piccola folla in attesa del bus.

C'è lo studente
con i libri sbagliati nello zaino
e due studentesse
che ascoltano l'oroscopo alla radio.
Una signora delle pulizie
o un dipendente... fa lo stesso
e poi 
altri
che si confondono
saranno in tutto una decina
alcuni con abiti e giacche dell'83
altri, no tutti
in attesa di un "carpe diem ragionato"

Passa il bus
li accoglie
no, non li accoglie
li divora
li mangia avidamente.

Non ho parlato di sorrisi
non ne vedo.

Anzi, sì
un cane
lì in fondo
sorride
per questa pioggia
che gli accarezza
le orecchie rosa.

Pioggia
sole.
Comunque voglio un caffè
ma a loro,
quelli del bus,
non lo chiedo
voglio un caffè col sole.

Sono lontani ormai
almeno 5 chilometri
e vedranno ancora pioggia.

A un caffè
ero rimasto.
Sì, col cane,
lo berrò col cane
e pagherò io

alla fine.

Nessun commento:

Posta un commento