giovedì 30 maggio 2013

Cazzeggio di una mattinata uggiosa

In questa mattinata a dir poco noiosa, guardatevi questo bel video su Philip Roth (ilsole24ore./scrittorifantasmarossariscrivephiliproth) e non solo. Se vi piacciono i classici della letteratura potete rileggerli, non senza qualche novità.
Ora "gustatevi" anche questo servizio della fulgida Rai2 sulla morte di Franca Rame (youmedia.it/FrancaRame). A dir poco imbarazzante e servo della stupidità. La matrice fascista del suo stupro non viene neanche nominata. Servizio, oltretutto, fatto da una donna.
Ultimo lavoretto, che non è un video ma una serie di foto sulla Grande Depressione (repubblica.it/lagrandedepressioneacolori).
Fatto questo, penso che andrò a farmi l'ennesimo caffè e poi tornerò a letto.

mercoledì 29 maggio 2013

Cosa ne sarà dei tuoi libri quando io sarò morto?


A conclusione delle chiacchiere di venerdì scorso durante il live di American Ciacoe (facebook.com/AmericanCiacoe), pubblico una mia poesia tratta dal La fatica di non pensare (edizionidelfaro.it/lafaticadinonpensare) e che parla del vecchio Hank. Vi ricordo che alla libreria Segnalibro di Piove di Sacco (facebook.com/libreria.ilsegnalibro) è ancora possibile acquistare sia La fatica di non pensare che Una complessa semplicità.


Il tuo talento è fuori discussione
e anche le leggende attorno al tuo personaggio.
Ma io
che ti conosco bene
voglio chiederti una cosa:
Cosa ne sarà dei tuoi libri quando sarò morto?
A chi li lascerò, ai passeri?
All’inevitabile scorrere del tempo?
Come potranno fare senza di me?
Ho domande, ma non risposte.  

Con chi condividerò il sapore della solitudine?
La dolce e insaziabile sensazione che la vita ci sta prendendo
per il culo.
La letteratura perderà un onesto conservatore
dei tuoi libri.
Ma anche questo non aiuta a dare risposte.

Io e te siamo gli adulti più insicuri
degli ultimi duemila anni
e questo mio lungo girovagare
di pensieri
che portano in nessun posto
perché
l’altrove esiste solo a parole
mi porterà a morire sulla pancia di Silvia.
Ma pure questo non dà risposte
alla mia domanda.

Siamo due favolosi superficiali introspettivi
che stanno abbastanza bene solo quando
gli altri sono lontani.
La nostra vecchiaia assomiglia tanto
al degrado sobrio delle piccole stazioni di provincia.

Ma ora
caro amico
ho la risposta:
la farfalla vive anche se sa che morirà
domani.
Una bistecca trova comunque il suo perché
anche se il suo perché dura pochi minuti.
Come il tramonto,
la peste,
le bollette del telefono.
La vita non è un perché
può finire bene,
ora
freghiamocene delle paranoie
e beviamoci sopra.

Prosit!

lunedì 27 maggio 2013

Errata corrige, forse...

Durante American Ciacoe (facebook.com/AmericanCiacoe) di venerdì scorso, penso d'aver affermato che gli Stones dedicarono la canzone Wild Horses a Bunker. In realtà, la canzone fu sì dedicata a uno scrittore americano che però non era Bunker, bensì Bukowski. A conferma di quanto sto dicendo ascoltatevi questo documento audio: youtu.be/Lucarelli/Buk
Visto che ci siete, ascoltatevi queste altre due chicche sempre sul vecchio Hank: youtu.be/Cattaneo/Buk    youtu.be/Armaduk/Buk.



sabato 25 maggio 2013

La scrittura è una cosa seria

Riporto qui sotto il primo post che ho pubblicato, giusto due anni fa. Lo condivido ancora in toto. Aggiungo il fatto che il cambiamento deve partire dalle nostre teste, si fa politica ogni santo giorno, anche scegliendo un libro, comprare la biografia dei One Direction non è come leggere un libro di Rigoni Stern. Ginsberg diceva più o meno questo: "vedo finestre illuminate ma non essere umani da guardare." Meditate.


La letteratura è una cosa seria, come bere, dormire o andare al bagno. Cose semplici e naturali ma anche fondamentali per un uomo. Chi scrive, non si chiede il perché di questa sua attività. Chi scrive, lo fa e basta! E' il più grande mezzo di evoluzione dell'essere umano che, però, molto spesso non sa trarne i benefici.
La letteratura è il mio ossigeno, questo blog farà lo stesso rumore di una foglia che muore. Nulla cambierà, ma nulla sarà più come prima.

venerdì 24 maggio 2013

Educazione di una canaglia

E' uno dei miei libri preferiti, scritto da uno dei miei autori preferiti, Edward Bunker. Parleremo di lui, ma non solo, stasera: facebook.com/AmericanCiacoe/events.
Intanto vi invito a guardarvi questo video che lo presenta benissimo:  youtube/Bunker.


"Avrei potuto giocare meglio le mie carte, senza dubbio e ci sono cose di cui mi vergogno, ma quando mi guardo allo specchio, sono fiero di quello che sono. I tratti del mio carattere che mi hanno fatto combattere il mondo sono gli stessi che mi hanno permesso di farmi valere".

mercoledì 22 maggio 2013

La solita sinistra poco democratica

Il 5 maggio ho pubblicato un articolo, lo strano concetto di democrazia della sinistra italiana, dove riprendevo direttamente un articolo dal sito de La Repubblica, e aggiungevo anche qualche altra mia critica, soprattutto nei confronti del presidente Boldrini e di questa "sinistra" italiana poco democratica. Talmente poco democratica che in questi giorni il Pdl passa per un partito molto più democratico e aperto al dialogo rispetto al PD.
Ora vi do qualche altra riflessione, questa volta di Cruciani. Per chi non lo conoscesse, è il conduttore del programma La Zanzara su Radio24, volutamente scorretto, volgare e provocatore. Detto questo, condivido in pieno le parole di Cruciani, dal suo articolo su Panorama (panorama.it) quando dice: Se un uomo, presidente della Camera di centrodestra, avesse fatto quello ha fatto Laura Boldrini ... lo avrebbero massacrato senza pietà in nome della libertà e altre menate del genere. Condivido pienamente anche le altre parole di Cruciani quando attacca i saccenti di sinistra che in nome della democrazia vorrebbero chiudere la bocca a tutti, o meglio, a tutti quelli che non la pensano come loro: Invece questi signori si riempiono la bocca di frasi del tipo "ci vogliono dei limiti", ma non sanno mai indicare quali.
Vi invito a leggere l'articolo completo e a riflettere sull'atteggiamento di chi si professa democratico e a favore della libertà di parola, democratico come chi porta in piazza migliaia di persone per i suoi interessi ma per il bene del Paese... Stanno bene insieme!

lunedì 20 maggio 2013

La stupidità è una colpa

Leggete questo articolo che riprendo integralmente dal Fatto (ilfattoquotidiano.it) e scritto da Bruno Tinti. Articolo che sottoscrivo pienamente e che avrei voluto scrivere io, spero che molti lettori del PD lo leggano, o forse sono impegnati a parlare di legalità e diritti dei cittadini...
Buona lettura!
 
Oltre un certo livello la stupidità non è più una disgrazia, è una colpa. Tutti sanno che il Pd ha fatto un governo con il Pdl. In realtà non è vero: il Pd ha fatto un governo con B. che ha ordinato ai suoi dipendenti di sostenerlo. Il Pd, grato (ci siamo salvati da Grillo e grillini), ha immediatamente accettato la prima delle condizioni di B.: abolire l’Imu. Naturalmente sia il Pd che B. sanno benissimo che l’Italia non può togliere dal proprio bilancio 5 o 6 miliardi di euro che da qualche parte dovranno essere recuperati; che l’unico modo per recuperarli è aumentare le imposte, probabilmente l’Irpef; che, in questo modo, l’onere contributivo ricadrà sui lavoratori dipendenti e sui pensionati visto che sono gli unici che non possono evadere; che l'abolizione dell'IMU significherà, come di consueto, privilegiare i ricchi e tartassare i poveracci. Fino a qui la stupidità cui alludo è quella degli elettori di B. tra cui ci sono molti ricchi (che non sono stupidi per niente) e moltissimi poveracci che non capiscono che i loro interessi non possono essere gli stessi di quelli di una partita Iva con una collezione di Ferrari nel garage della sua villa. Ma c’è un altro genere di stupidità, quella propria del Pd. L’abolizione dell’Imu si tradurrà automaticamente in incremento di popolarità per B.: ecco uno che mantiene le promesse! Proprio vero.
Solo che questo uno è anche un delinquente (senso tecnico della parola: persona che delinque; e B. ha subito 6 sentenze di prescrizione: reati commessi ma è passato troppo tempo perché sia possibile mandarlo in prigione; 2 di amnistia e 2 perché il fatto non è più previsto come reato per via di leggi che si è fatto apposta) che a breve dovrebbe essere condannato – tra processi Ruby, Mediaset, De Gregorio e Unipol – a circa 15 anni di galera. Il che significa che l’unica riforma che proprio gli serve è quella sulla giustizia. Che sarà divisa in due parti: quanto serve per annullare l’effetto di queste sentenze, dunque amnistia e indulto (che tireranno fuori dalle prigioni tantissimi altri delinquenti) ovvero nuovo accorciamento dei termini di prescrizione; e quanto serve per bloccare le indagini in corso su B&C e altre che noi ancora non sappiamo, ma che lui sa benissimo (blocco intercettazioni e abrogazione del potere di iniziativa dei pm). Dunque B. pretenderà immediatamente la “sua” riforma della giustizia. E a questo punto il Pd che farà?
Ipotesi 1: sì è proprio vero, la giustizia italiana è malata e costruita espressamente per perseguitare B. e gli altri benefattori del Paese; questa riforma è una priorità. Con il che l’Italia sarà fregata e l’illegalità, la prepotenza e il privilegio prospereranno.
Ipotesi 2: non se ne parla nemmeno, la legalità è il cardine della convivenza civile; anzi, processo penale e processo civile vanno razionalizzati e resi efficaci. Ah sì?, ghignerà B.; e io vi tolgo la fiducia: nuove elezioni. E siccome gli stupidi, ipnotizzati dall’abolizione dell’Imu, saranno aumentati, le vincerà.
E la riforma della giustizia (e l’uscita dall’euro, l’insolvenza programmata, la bancarotta etc. etc.) se la farà da solo. Questa stupidità non è più una colpa; è un delitto.

sabato 18 maggio 2013

LA FATICA DI NON PENSARE, senza sosta

Continua la promozione de La fatica di non pensare, intanto, se volete, potete commentare la pagina dedicata al mio ultimo libro nel sito dell'editore:  edizionidelfaro.it/lafaticadinonpensare.
Nel sito Prosa e poesia (www.prosaepoesia.net), da giugno a dicembre, verranno pubblicate poesie tratte dal mio ultimo libro. Queste le date di uscita e ricordatevi di mettere il vostro "I like"!
Giugno 20, 27
Luglio 04, 11, 19, 25
Agosto 01, 08, 15, 22, 29
Settembre 05, 13, 19, 26
Ottobre 03, 10, 17, 24, 31
Novembre 07, 14, 21, 28
Dicembre 05, 12, 19, 26

Guardatevi questo video, fatto da una amica, e con testo una mia poesia.

Veniamo ora ai prossimi appuntamenti.
  • Venerdì 24 maggio, dalle 18.30, alla libreria Segnalibro (facebook.com/libreria.ilsegnalibro) di Piove di Sacco (PD), sarò presente in doppia veste: quella di autore e quella di performer dello spettacolo musical/culturale American Ciacoe (facebook.com/AmericanCiacoe). La fatica di non pensare ma anche Una complessa semplicità, si possono acquistare per tutta l'estate al Segnalibro.
  • Giovedì 8 agosto sarò ospite alla rassegna "I giovedì del libro" a Monzuno (BO). Vi allego la locandina

Intanto leggetevi i miei ultimi racconti: La fotografa e Parola data.

LA FATICA DI NON PENSARE ma anche il mio precedente libro UNA COMPLESSA SEMPLICITA', si possono acquistare anche online, LA FATICA DI NON PENSARE è acquistabile anche in formato e-book, al prezzo di € 3,49.  Alcuni siti dove poterli acquistare: www.ibs.it, www.amazon.it, www.unilibro.it.

Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore.
Fabrizio De André

mercoledì 15 maggio 2013

Giulio vi rappresenta benissimo

Vi riporto integralmente un articolo di Marco Travaglio. Me lo ha segnalato Caterina (facebook.com/zia.cate), che ringrazio per cotanta gentilezza. E' apparso qualche giorno fa sul Fatto (ilfattoquotidiano.it). Non preoccupatevi, è ancora attualissimo. Tenendo conto che la maggior parte degli italiani vota ancora DC e che l'attuale Governo reppresenta benissimo le scelte elettorali dello stivalotto italico, rileggete tranquillamente questo articolo per i prossimi 50 anni...
Buona lettura!


Andreotti era il simbolo del cinismo al potere, del potere per il potere, fine a se stesso, del “meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. Un politico convinto dell’irredimibilità della corruzione e delle collusioni, che usò a piene mani senza mai provare a combatterle. Eppure, o forse proprio per questo, era il politico più popolare.
Uno straniero atterrato ieri in Italia da un paese lontano durante la lunga veglia funebre per Andreotti a reti unificate, vedendo le lacrime e ascoltando le lodi dei politici democristi e comunisti, berlusconiani e socialisti, ma anche dei giornalisti e degli intellettuali da riporto di tutte le tendenze e parrocchie, non può non pensare che l’Italia abbia perso un grande statista, il miglior politico di tutti i tempi, un padre della Patria che ha garantito al Paese buongoverno e prosperità, e ciononostante fu perseguitato con accuse false da un pugno di magistrati politicizzati, ma alla fine fu riconosciuto innocente e riabilitato agli occhi di tutti nell’ottica di una finalmente ritrovata pacificazione nazionale. La verità, naturalmente, è esattamente quella opposta. Non solo giudiziaria. Ma anche storica e politica.
È raro trovare un politico che ha occupato tante cariche (7 volte premier, 33 volte ministro, da 13 anni senatore a vita) e ha fatto così poco per l’Italia: nessuno – diversamente che per gli altri cavalli di razza Dc, da De Gasperi a Fanfani a Moro – ricorda una sola grande riforma sociale o economica legata al suo nome, una sola scelta politica di ampio respiro per cui meriti di essere ricordato. Andreotti era il simbolo del cinismo al potere, del potere per il potere, fine a se stesso, del “meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. Il primo responsabile, per longevità politica, dello sfascio dei conti pubblici che ancora paghiamo salato. Un politico buono a nulla, ma pronto a tutto e capace di tutto. Il principe del trasformismo, che l’aveva portato con la stessa nonchalance a rappresentare la destra, la sinistra e il centro della Dc, a presiedere governi di destra ma anche di compromesso storico, a essere l’uomo degli Usa ma anche degli arabi.
Un politico convinto dell’irredimibilità della corruzione e delle collusioni, che usò a piene mani senza mai provare a combatterle, perchè – come diceva Giolitti e come gli suggeriva la natura – “un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo, deve fare la gobba anche all’abito”. Eppure, o forse proprio per questo, era il politico più popolare. Perchè il più somigliante a quell’“italiano medio” che non è tutto il popolo italiano. Ma ne incarna una bella porzione e al contempo la tragica maschera caricaturale. Se però Andreotti spaccava gli italiani, affratellava i politici, che han sempre visto in lui – amici e nemici – il proprio santo patrono e protettore. La sua falsa assoluzione, in fondo, era anche la loro assoluzione. Per il passato e per il futuro.
Per questo, quando le Procure di Palermo e Perugia osarono processarlo per mafia e il delitto Pecorelli, si ritrovarono contro tutto il Palazzo. Il massimo che riusciva a balbettare la sinistra era che, sì, aveva qualche frequentazione discutibile, ma che stile, che eleganza in quell’aula di tribunale dove non si era sottratto al processo (il non darsi alla latitanza già diventava un titolo di merito). Fu parlando del suo processo che B. diede dei “matti, antropologicamente diversi dalla razza umana” a tutti i giudici. Fu quando si salvò per prescrizione che Violante criticò l’ex amico Caselli per averlo processato e la Finocchiaro esultò per l’inesistente “assoluzione”. Anche i magistrati più furbi e meno “matti”, come Grasso, si dissociarono dal processo e fecero carriera.
Oggi le stesse alte e medie e basse cariche dello Stato che l’altroieri piangevano la morte di Agnese Borsellino piangono la morte di Giulio Andreotti. Ma non è vero che fingano sempre: piangendo Andreotti, almeno, sono sincere. Enrico Letta, alla notizia che la Cassazione aveva giudicato Andreotti mafioso almeno fino al 1980, si abbandonò a pubblici festeggiamenti: “Quante volte da bambino ho sentito nominare Andreotti a casa di zio Gianni. Era la Presenza e basta, venerata da tutti. Io avevo una venerazione per questa Icona!”. E giù lacrime per l’“ingiustizia” subìta dalla venerata Presenza anzi Icona, fortunatamente “andata a buon fine” tant’è che “siamo tutti qui a festeggiare” (un mafioso fino al 1980). L’altro giorno Letta jr. è divenuto presidente del Consiglio. È stato allora che il Divo ha capito di poter chiudere gli occhi tranquillo.

lunedì 13 maggio 2013

Gli italiani non leggono!

Vi riporto alcuni dati sulle letture degli italiani, anche se sarebbe più corretto dire le non letture. Fonti: Ilsole24ore (www.ilsole24ore.com), Forumdellibro (www.forumdellibro.org).
I dati fanno riferimento al 2012 e rappresentano un ottimo strumento per fare più di una riflessione. L'anno scorso soltanto il 46% degli italiani ha letto almeno un libro, tra questi il 51,9% sono donne e il 39,7% uomini. Nel resto dell'Europa va "leggermente" meglio... siamo all'82% nel caso della Germania, al 70% in Francia, in Spagna siamo al 61,4%. E stiamo parlando di almeno un libro e non di chissà quanti. Questo scarno 46% non solo ci pone nella parte bassa della classifica dei lettori ma rappresenta una crescita rispetto al 2011 (45,3%). Nel 2010 invece gli italiani dediti alla lettura erano il 46,8%, dati alla mano tra il 2010 e il 2011 sono state più di 700mila le persone che hanno sacrificato i libri.
A parte il fatto che secondo me leggere un solo libro non basta per essere definito lettore, solo il 18,4% degli italiani legge dai 4 agli 11 libri e, sempre secondo il report, i "lettori forti" (coloro che leggono almeno 12 libri) sono il 6,3% della popolazione.
Pensate che nel 1965 un italiano su sei leggeva almeno un libro all'anno, percentuale più che raddoppiata (dal 16 al 38%) a fine anni '80; per superare la soglia del 40% si è dovuto aspettare il 1996.
La tecnologia però può essere ancora una volta fondamentale: nel 2011 gli italiani hanno speso 131 milioni di euro per l'acquisto di un e-book reader (contro i 16 milioni dell'anno prima) e 472 milioni (contro 210 milioni) per l'acquisto di un tablet, così come sono aumentati i titoli digitali disponibili: erano 1.619 nel 2009, sono diventati 31.416 a metà 2012.


« Sono convinto che chi non legge resta uno stupido. Anche se nella vita sa destreggiarsi, il fatto di non ingerire regolarmente parole scritte lo condanna ineluttabilmente all'ignoranza, indipendentemente dai suoi averi e dalle sue attività. »  
E. Bunker

venerdì 10 maggio 2013

Proposte di maggio

Maggio di grandissime occasioni, non perdetele!
Fino al 16 maggio si può andare al cinema a 3€, 5 per i film in 3D. Se volete più info: www.festadelcinema.it
Mese di sconti anche per i libri, non solo in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino (www.salonelibro.it). Molte case editrici fanno sconti, anche importanti. Se li comprate su Amazon trovate sconti anche del 25%.
Dopo tutta questa cultura, potrete comunque continuare la vostra erudizione con i live di American Ciacoe (ilivediamericanciacoequartet) o con le presentazioni e le interviste de La fatica di non pensare (lafaticainpromozione#2), la mia ultima raccolta di poesie.

P.S. Se tutto questo non dovesse essere di vostro gradimento, potreste sempre andare in piazza a Brescia a manifestare per gli interessi di una sola persona ma per il bene di tutto il Paese oppure all'assemblea di un gruppo di interesse, comunemente chiamato partito, che di democratico ha solo il nome.

mercoledì 8 maggio 2013

Di qua dal paradiso... con American Ciacoe

Oggi appuntamento "on air" a Radio Gamma 5 (www.radiogammacinque.it - FM 94.00) dalle 13.30 alle 15. 
Parleremo degli anni '30-'40-'50. Intanto beccatevi alcuni frasi de "Di qua dal paradiso" di Fitzgerald, autore del famoso romanzo il "Grande Gatsby".

 
« Vi era una nuova generazione che lanciava le antiche grida...destinata a finir per uscire in quello sporco tumulto grigio per seguire l'amore e l'orgoglio; una nuova generazione dedita più della prima alla paura della povertà e all'adorazione del successo; cresciuta per accorgersi che tutti gli dei erano morti, tutte le guerre combattute, tutte le fedi umane scosse...Non c'era Dio nel suo cuore, lo sapeva, le sue idee erano ancora in tumulto, c'era sempre il dolore del ricordo; il rimpianto per la gioventù...perduta, eppure...non avrebbe saputo dire perché la battaglia valeva la pena di essere combattuta...Tese le braccia al cielo cristallino, splendente. "Conosco me stesso" esclamò "ma nient'altro »


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lunedì 6 maggio 2013

Con questo grigiore serve Sepulveda

Anche se la primavera tarda ad arrivare, abbiamo comunque bisogno di sognare! Rima baciata involontaria e molto patetica...
Quindi, vi consiglio l'ultimo libro del grande Luis Sepulveda, "Ingredienti per una vita di formidabili passioni", editore Guanda. Lo presenterà al Salone del libro di Torino (www.salonelibro.it) il 16 maggio.



Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole ed arriva sempre come ricompensa dopo la pioggia. Apri le ali... Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo.

Luis Sepúlveda

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-72027?f=a:2627>

domenica 5 maggio 2013

Lo strano concetto di democrazia della sinistra italiana

Vi riporto l'articolo di cui ho parlato ieri sera alla cena culturale (www.repubblica.it). Premesso che le minacce che ha ricevuto e che sta ricevendo la Boldrini sono da condannare, non concordo molto con le riflessioni della presidente. Non è vero che nella rete non c'è controllo, ritengo che il vero problema sia proprio l'esatto l'opposto. Altra riflessione, se le affermazioni che ha fatto la Boldrini, che potete leggere qui sotto, le avesse fatte l'ex premier, Silvio Berlusconi, sarebbe stato accusato dagli ambienti della sinistra perbene di apologia di fascismo. Perché due pesi e due misure?
Buona lettura.
 
Laura Boldrini, seduta alla sua scrivania di Presidente della Camera dei deputati, legge attentamente i messaggi che la sua giovane assistente Giovanna Pirrotta le porge. Sono minacce di morte, di stupro, di sodomia, di tortura. Accanto al testo spesso ci sono immagini. Fotomontaggi: il suo volto sorridente sul corpo di una donna violentata da un uomo di colore, il suo viso sul corpo di una donna sgozzata, il sangue che riempie un catino a terra. Centinaia di pagine stampate, migliaia di messaggi. A ciascuna minaccia corrisponde un nome e un cognome, un profilo Facebook, l'indirizzo di una pagina Internet. Le minacce - tutte a sfondo sessuale, promesse di morte violenta - si sono moltiplicate nel giro di due settimane con il tipico effetto valanga che la Rete produce: al principio erano una decina, qualche sito le ha riprese e rilanciate, i siti più grandi le hanno richiamate dai siti più piccoli con la tecnica consueta: dichiarare in premessa l'intenzione di denunciare l'aggressione col risultato, in effetti, di divulgarla ad un pubblico sempre più ampio. In principio, quasi all'indomani della sua nomina, aveva preso a circolare una foto che a questo punto della vicenda pare addirittura innocente: una donna nuda, in spiagga, indicata come Laura Boldrini e affiancata da commenti machisti. Poi le prime minacce, altre e altre ancora sempre più gravi fino ad arrivare alle ultime, pochi giorni fa: una donna sgozzata, uno stupro. Siti di destra, razzisti e xenofobi, pagine Facebook, di seguito l'effetto macchia d'olio, incontrollabile.
Dunque cosa fare?, è l'intatto quesito che si ripropone ogni volta che ci si trova di fronte a messaggi, comunicati, rivendicazioni di una minoranza violenta. Dar loro visibilità e amplificarli, facendo il loro gioco, o tacere, subire, reagire sul piano della denuncia individuale senza offrire un più largo palcoscenico a quelle miserevoli gesta. 
"Io non ho paura", mormora la presidente della Camera mentre ascolta questa discussione, i suoi collaboratori attorno a lei. "Nel senso che certo, sì. Ho paura quando i fotografi inseguono mia figlia di 19 anni in motorino, ho paura che possa spaventarsi e avere un incidente, mi si gonfia in cuore. Ho paura quando si appostano sotto casa di mio fratello Enrico, il più piccolo dei miei fratelli, che soffre di una forma grave di autismo. Non capisco come possano farlo, e ho paura per lui. Ma non ho paura io, adesso, di aprire un fronte di battaglia, se necessario. Daremo visibilità a un gruppo di fanatici? Sì, è vero. Ma non sono pochi, sono migliaia e migliaia, crescono ogni giorno e costituiscono una porzione del Paese che non possiamo ignorare: c'è e dobbiamo combatterla. Non posso denunciarli tutti individualmente: è un'arma spuntata, la giustizia cammina lentamente al cospetto della Rete, quando arriva la minaccia è già altrove, moltiplicata per mille. E poi non è una questione che riguarda solo me. Ci sono due temi di cui dobbiamo parlare a viso aperto. Il primo è che quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l'aggressione sessista: che sia apparentemente innocua, semplice gossip, o violenta, assume sempre la forma di minaccia sessuale, usa un lessico che parla di umiliazioni e di sottomissioni. E questa davvero è una questione grande, diffusa, collettiva. Non bisogna più aver paura di dire che è una cultura sotterranea in qualche forma condivisa. Io dico: un'emergenza, in Italia. Perché le donne muoiono per mano degli uomini ogni giorno, ed è in fondo considerata sempre una fatalità, un incidente, un raptus. Se questo accade è anche - non solo, ma anche - perché chi poteva farlo non ha mai sollevato con vigore il tema al livello più alto, quello istituzionale. Dunque facciamolo, finalmente".
Sul tavolo della presidente le pagine in cui uomini con nome e cognome, dati a cui corrispondono persone reali, scrivono "ti devono linciare, puttana", "abiti a 30 chilometri da casa mia, giuro che vengo a trovarti", "ti ammanetto di chiudo in una stanza buia e ti uso come orinatoio, morirai affogata", "gli immigrati mettiteli nel letto, troia". Accanto alla foto della donna sgozzata: "Per i Boldrini in rete ecco l'Islam in azione".
La seconda questione è se possibile ancora più delicata, riguarda i reati commessi via web. Ogni volta che si interviene a cancellare un messaggio, ad oscurare un sito - dice Roberto Natale, portavoce della Presidente - c'è una reazione fortissima della rete che invoca la libertà e parla di censura. Valentina Loiero, responsabile comunicazione: "Al principio abbiamo individuato un sito, di cui è titolare Antonio Mattia, che aveva diffuso la foto di una nudista spacciandola per Laura ed aveva dato il via ai commenti sessisti. Abbiamo informato la polizia postale. La reazione dell'uomo alla visita delle forze dell'ordine è stata una denuncia di violazione della privacy a cui hanno fatto seguito in rete accuse di abuso di potere, subito riprese da esponenti politici della destra".
Boldrini: "Abbiamo due agenti della polizia postale, due, che lavorano alla Camera, distaccati qui a vigilare sulle moltissime violazioni di cui un luogo istituzionale come questo può essere oggetto. C'è stato il caso della parlamentare del Movimento Cinque Stelle di cui è stata violata la posta personale. C'è il caso di una deputata oggi ministra che non ha più potuto accedere ai suoi social network e teme che a suo nome si possano divulgare messaggi non suoi. Poi ci sono le minacce di morte nei miei confronti. Tutte donne, lo dico come dato di cronaca. So bene che la questione del controllo del web è delicatissima. Non per questo non dobbiamo porcela. Mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta, o attraverso una scritta sul muro sia considerata in modo diverso dalla stessa minaccia via web. Me lo domando, chiedo che si apra una discussione serena e seria. Se il web è vita reale, e lo è, se produce effetti reali, e li produce, allora non possiamo più considerare meno rilevante quel che accade in Rete rispetto a quel che succede per strada". C'è in questi giorni la discussione sulla scorta. "Io ho chiesto di non essere scortata. Non ho paura di camminare per Roma, non ho paura di andare da casa in ufficio. Può accadere qualsiasi cosa in qualsiasi momento, certo, ma questo vale per chiunque. Piuttosto mi pare molto più grave, molto più pericoloso che si diffonda in rete una cultura della minaccia tollerata e giudicata tutt'al più, come certi hanno scritto, una "burla". Mi sento molto più vulnerabile quando penso che chiunque, aprendo un computer, anche mia figlia, anche i suoi amici, anche i ragazzi giovanissimi che vivono connessi al computer possono vedere il mio volto sovrapposto a quello di una donna sgozzata. Mi domando che effetti profondi e di lungo periodo, fra i più giovani, un'immagine così possa avere".
La campagna contro Laura Boldrini si è impennata all'indomani della sua visita alla comunità ebraica, il 12 aprile scorso. In quell'occasione, incontrando i dirigenti della comunità, ha parlato della necessità di "ripristinare il rigore della legge Mancino" a proposito dell'incitamento al razzismo e all'odio razziale su web. È infatti dell'8 aprile la sentenza di condanna dei quattro gestori di Stormfront, sito web neonazista, condannati per antisemitismo. È la prima sentenza che riconosce un'associazione a delinquere via web: a quella si richiamava Boldrini nel suo discorso alla comunità. Da quel giorno è partita la valanga. Il sito "Tutti i crimini degli immigrati" associa il volto del presidente della Camera alle notizie di reati commessi da cittadini stranieri. "Resistenza Nazionale", "Fronte Nazionale", "MultiKulti" e altri indirizzi web diffondono. Poi i fotomontaggi, e le minacce. Dal 28 aprile, dopo la sparatoria davanti a palazzo Chigi, hanno iniziato a circolare centinaia di messaggi che dicono "Dovevano sparare a te", "la prossima sei tu", "cacati sotto, a morte i politici come te". La magistratura è avvertita, le denunce sono partite. "Ma è come svuotare il mare con un bicchiere. Credo che ci dobbiamo tutti fermare un momento e domandarci due cose: se vogliamo dare battaglia - una battaglia culturale - alle aggressioni alle donne a sfondo sessuale. Se vogliamo cominciare a pensare alla rete come ad un luogo reale, dove persone reali spendono parole reali, esattamente come altrove. Cominciare a pensarci, discuterne quanto si deve, poi prendere delle decisioni misurate, sensate, efficaci. Senza avere paura dei tabù che sono tanti, a destra come a sinistra. La paura paralizza. La politica deve essere coraggiosa, deve agire".

sabato 4 maggio 2013

I Live di American Ciacoe Quartet

Tornano gli emozionanti live di American Ciaoce Quartet. Per quei pochi distratti e ingenui che non dovessero conoscere il quartetto più figo che possa trovare nel nordest italico, questo è ciò che trovate nella pagina ufficiale, facebook.com/AmericanCiacoe, Mr. Baker, Andy Groove, Miss Norway and Frankie Pawn Shop, Will take you hand in hand through paths made of stories, music, images and experiences to better understand what the United States were from 1920 to 1970.

I prossimi appuntamenti sono:
17 maggio, alle 20.45, sala conferenze di Radio Gamma 5, via Antoniana 66 - Campodarsego (Pd) www.radiogammacinque.it. L'8 maggio saremo in diretta, dalle 13 alle 14, per presentare la serata del 17.
24 maggio, alle 18.30, Libreria Segnalibro, via Gauslino 21 - Piove di Sacco (Pd) www.facebook.com/libreria.ilsegnalibro.

In occasione di questi due eventi, vi proponiamo di scegliere un libro di cui parlare durante i live. Ovviamente il libro deve rispettare i canoni temporali e di figaggine che American Ciacoe Quartet si è autoimposto. Andate sulla pagina ufficiale di American Ciacoe (AmericanCiacoe) e votate!!!