domenica 14 luglio 2013

5 minuti con...

Riporto una intervista fattami da Angelo Stummo (parolechenontihodetto.blogspot.it) e già pubblicata nel suo blog. 




Cinque minuti con lo scrittore Mauro Fornaro,artista attivo e prolifico che attualmente pubblica per la casa editrice "Edizioni del Faro". 
All'anno corrente risale il suo ultimo libro,"La fatica di non pensare". 
Lo abbiamo raggiunto per conoscere il suo punto di vista su tematiche dell'attualità letteraria e del settore che lo riguarda,e anche per conoscere la storia di un'esordiente e promettente scrittore italiano. 
Come tanti,come da tradizione italiana,Mauro Fornaro coltiva la sua passione in ambiente familiare e grazie al supporto di amici e docenti riesce ad entrare nel panorama letterario contemporaneo,pubblicando la sua prima opera nel 1996. 
Una bella storia di uno scrittore,prima di tutto padre di famiglia,che con soddisfazione ripropongo in questa rubrica,che si occuperà di far spendere cinque minuti al lettore per confrontarsi con le opinioni dei più svariati personaggi del nostro ambiente culturale.


- La sua passione per la scrittura si è manifestata sin dalla giovinezza. Come ha espresso inizialmente questo suo interessamento per la letteratura?


La passione per i libri mi è stata trasmessa da mia mamma, grande lettrice. Il passo, da lettore a lettore e scrittore è stato breve.

-Nel 1996,a soli vent'anni,pubblica la sua prima opera. Sappiamo quante difficoltà i incontrino gli scrittori esordienti nell'ottenere fiducia da un editore. 
Quali sono state le sue?
Che rapporti intrattiene con la casa editrice per la quale attualmente pubblica?

La verità è che se non ci fosse stato il mio professore di italiano probabilmente non sarei mai arrivato a pubblicare a venti anni. La mia attuale case editrice, Edizioni del faro, è composta da persone molto cordiali e professionali. Diciamo che a portare pazienza per le numerose domande e richieste sono loro e non certo io!
-Al fine di raccogliere diverse esperienze artistiche fonda nel 1998 l'associazione "Animali di Strada". Il titolo colpisce sicuramente. Come nasce questa scelta? Che cosa accomuna gli "animali di strada" della sua associazione?

Ci accomunava la voglia di scoprire la vita dalla strada, dal mondo esterno, dal di fuori della società. Ora quell'associazione non c'è più ma con molti di quei ragazzi, ora uomini e donne, sono rimasto amico.

-Com'è la vita di uno scrittore di soli 37 anni nel 2013 della crisi? 
Quale crisi vive,a suo parere,oltre a quella economica la sua categoria?

Nel mondo odierno la crisi sta nel vivere in questo pianeta! Ormai la società civile è alla frutta, l'unica cosa che mi rimane è pensare, sempre, e non andare avanti come una pecora che segue il pastore, spesso corrotto e faccendiere.

-Dal '98 la sua attività si blocca apparentemente sino al 2010. È sicuramente un aspetto unico e peculiare che caratterizza solo la professione dello scrittore. Come giudica "il blocco dello scrittore" di cui si sente tanto parlare? Non pensa che nel blocco della creatività si trovi la creatività stessa?

Il blocco della creatività vorrei dire che sia quasi obbligatorio. Un po' come fare benzina, se sei al distributore, che per uno scrittore è riflettere e immagazzinare pensieri ed esperienze, non puoi essere in moto, cioè scrivere.

-Il mercato del libro è in calo,ma in Italia il numero degli scrittori cresce esponenzialmente. 
A suo parere,una produzione troppo affrettata non rischia di far decadere la qualità generale dei prodotti del settore?
Come giudica questo fenomeno?
Tra i tanti scrittori italiani,con autocritica,lei si sente uno scrittore di qualità?

Il paradosso è che la libertà di parola, quindi anche di stampa, dovrebbe essere una cartina tornasole del livello di democrazia in un Paese. Il Italia non è così, quindi viviamo in una realtà surreale e migliaia di libri sono utili solo a far sentire migliaia di persone degli scrittori. L'altro problema è che molti addetti ai servizi del settore, lavorano con la stessa professionalità con cui venderebbero delle lattine di birra allo stadio. Pensano solo ai soldi e non alla qualità del prodotto. Chiedere a uno scrittore se quello che scrive è interessante è come chiedere ad un padre se il proprio figlio è bello!
 P.S. Mio figlio è bellissimo!!!

-"La fatica di non pensare" è la sua ultima fatica letteraria. Un po' di pubblicità:un breve spoiler per i lettori.
Perché gli italiani dovrebbero acquistare il suo libro?

Dovrebbero acquistare il mio libro perché faccio riflettere e non annuire, perché mostro una certa rudezza e scontrosità ma lasciando spazio all'insicurezza e alla fragilità. Perché ricordo a tutti che non si deve mai smettere di lottare, anche se spesso non se ne esce vincitori.

-Concluda questa rubrica con un suo pensiero.

Il mio pensiero finale in realtà è una frase di De Andrè, ripresa ne La fatica di non pensare: 
"Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore."

-La ringraziamo e alla prossima!

Alla prossima,grazie a voi!
Cinque minuti con lo scrittore Mauro Fornaro,artista attivo e prolifico che attualmente pubblica per la casa editrice "Edizioni del Faro". 
All'anno corrente risale il suo ultimo libro,"La fatica di non pensare". 
Lo abbiamo raggiunto per conoscere il suo punto di vista su tematiche dell'attualità letteraria e del settore che lo riguarda,e anche per conoscere la storia di un'esordiente e promettente scrittore italiano. 
Come tanti,come da tradizione italiana,Mauro Fornaro coltiva la sua passione in ambiente familiare e grazie al supporto di amici e docenti riesce ad entrare nel panorama letterario contemporaneo,pubblicando la sua prima opera nel 1996. 
Una bella storia di uno scrittore,prima di tutto padre di famiglia,che con soddisfazione ripropongo in questa rubrica,che si occuperà di far spendere cinque minuti al lettore per confrontarsi con le opinioni dei più svariati personaggi del nostro ambiente culturale.



- La sua passione per la scrittura si è manifestata sin dalla giovinezza. Come ha espresso inizialmente questo suo interessamento per la letteratura?



            La passione per i libri mi è stata trasmessa da mia mamma, grande lettrice. Il passo, da lettore a lettore e scrittore è stato breve.



-Nel 1996,a soli vent'anni,pubblica la sua prima opera. Sappiamo quante difficoltà i incontrino gli scrittori esordienti nell'ottenere fiducia da un editore. 
Quali sono state le sue?
Che rapporti intrattiene con la casa editrice per la quale attualmente pubblica?

La verità è che se non ci fosse stato il mio professore di italiano probabilmente non sarei mai arrivato a pubblicare a venti anni. La mia attuale case editrice, Edizioni del faro, è composta da persone molto cordiali e professionali. Diciamo che a portare pazienza per le numerose domande e richieste sono loro e non certo io!
-Al fine di raccogliere diverse esperienze artistiche fonda nel 1998 l'associazione "Animali di Strada". Il titolo colpisce sicuramente. Come nasce questa scelta? Che cosa accomuna gli "animali di strada" della sua associazione?

Ci accomunava la voglia di scoprire la vita dalla strada, dal mondo esterno, dal di fuori della società. Ora quell'associazione non c'è più ma con molti di quei ragazzi, ora uomini e donne, sono rimasto amico.



-Com'è la vita di uno scrittore di soli 37 anni nel 2013 della crisi? 
Quale crisi vive,a suo parere,oltre a quella economica la sua categoria?

Nel mondo odierno la crisi sta nel vivere in questo pianeta! Ormai la società civile è alla frutta, l'unica cosa che mi rimane è pensare, sempre, e non andare avanti come una pecora che segue il pastore, spesso corrotto e faccendiere.

-Dal '98 la sua attività si blocca apparentemente sino al 2010. È sicuramente un aspetto unico e peculiare che caratterizza solo la professione dello scrittore. Come giudica "il blocco dello scrittore" di cui si sente tanto parlare? Non pensa che nel blocco della creatività si trovi la creatività stessa?

Il blocco della creatività vorrei dire che sia quasi obbligatorio. Un po' come fare benzina, se sei al distributore, che per uno scrittore è riflettere e immagazzinare pensieri ed esperienze, non puoi essere in moto, cioè scrivere.

-Il mercato del libro è in calo,ma in Italia il numero degli scrittori cresce esponenzialmente. 
A suo parere,una produzione troppo affrettata non rischia di far decadere la qualità generale dei prodotti del settore?
Come giudica questo fenomeno?
Tra i tanti scrittori italiani,con autocritica,lei si sente uno scrittore di qualità?

Il paradosso è che la libertà di parola, quindi anche di stampa, dovrebbe essere una cartina tornasole del livello di democrazia in un Paese. Il Italia non è così, quindi viviamo in una realtà surreale e migliaia di libri sono utili solo a far sentire migliaia di persone degli scrittori. L'altro problema è che molti addetti ai servizi del settore, lavorano con la stessa professionalità con cui venderebbero delle lattine di birra allo stadio. Pensano solo ai soldi e non alla qualità del prodotto. Chiedere a uno scrittore se quello che scrive è interessante è come chiedere ad un padre se il proprio figlio è bello!
 P.S. Mio figlio è bellissimo!!!

-"La fatica di non pensare" è la sua ultima fatica letteraria. Un po' di pubblicità:un breve spoiler per i lettori.
Perché gli italiani dovrebbero acquistare il suo libro?

Dovrebbero acquistare il mio libro perché faccio riflettere e non annuire, perché mostro una certa rudezza e scontrosità ma lasciando spazio all'insicurezza e alla fragilità. Perché ricordo a tutti che non si deve mai smettere di lottare, anche se spesso non se ne esce vincitori.

-Concluda questa rubrica con un suo pensiero.

Il mio pensiero finale in realtà è una frase di De Andrè, ripresa ne La fatica di non pensare: 
"Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore."



-La ringraziamo e alla prossima!

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All'anno corrente risale il suo ultimo libro,"La fatica di non pensare". 
Lo abbiamo raggiunto per conoscere il suo punto di vista su tematiche dell'attualità letteraria e del settore che lo riguarda,e anche per conoscere la storia di un'esordiente e promettente scrittore italiano. 
Come tanti,come da tradizione italiana,Mauro Fornaro coltiva la sua passione in ambiente familiare e grazie al supporto di amici e docenti riesce ad entrare nel panorama letterario contemporaneo,pubblicando la sua prima opera nel 1996. 
Una bella storia di uno scrittore,prima di tutto padre di famiglia,che con soddisfazione ripropongo in questa rubrica,che si occuperà di far spendere cinque minuti al lettore per confrontarsi con le opinioni dei più svariati personaggi del nostro ambiente culturale.



- La sua passione per la scrittura si è manifestata sin dalla giovinezza. Come ha espresso inizialmente questo suo interessamento per la letteratura?



            La passione per i libri mi è stata trasmessa da mia mamma, grande lettrice. Il passo, da lettore a lettore e scrittore è stato breve.



-Nel 1996,a soli vent'anni,pubblica la sua prima opera. Sappiamo quante difficoltà i incontrino gli scrittori esordienti nell'ottenere fiducia da un editore. 
Quali sono state le sue?
Che rapporti intrattiene con la casa editrice per la quale attualmente pubblica?

La verità è che se non ci fosse stato il mio professore di italiano probabilmente non sarei mai arrivato a pubblicare a venti anni. La mia attuale case editrice, Edizioni del faro, è composta da persone molto cordiali e professionali. Diciamo che a portare pazienza per le numerose domande e richieste sono loro e non certo io!
-Al fine di raccogliere diverse esperienze artistiche fonda nel 1998 l'associazione "Animali di Strada". Il titolo colpisce sicuramente. Come nasce questa scelta? Che cosa accomuna gli "animali di strada" della sua associazione?

Ci accomunava la voglia di scoprire la vita dalla strada, dal mondo esterno, dal di fuori della società. Ora quell'associazione non c'è più ma con molti di quei ragazzi, ora uomini e donne, sono rimasto amico.



-Com'è la vita di uno scrittore di soli 37 anni nel 2013 della crisi? 
Quale crisi vive,a suo parere,oltre a quella economica la sua categoria?

Nel mondo odierno la crisi sta nel vivere in questo pianeta! Ormai la società civile è alla frutta, l'unica cosa che mi rimane è pensare, sempre, e non andare avanti come una pecora che segue il pastore, spesso corrotto e faccendiere.

-Dal '98 la sua attività si blocca apparentemente sino al 2010. È sicuramente un aspetto unico e peculiare che caratterizza solo la professione dello scrittore. Come giudica "il blocco dello scrittore" di cui si sente tanto parlare? Non pensa che nel blocco della creatività si trovi la creatività stessa?

Il blocco della creatività vorrei dire che sia quasi obbligatorio. Un po' come fare benzina, se sei al distributore, che per uno scrittore è riflettere e immagazzinare pensieri ed esperienze, non puoi essere in moto, cioè scrivere.

-Il mercato del libro è in calo,ma in Italia il numero degli scrittori cresce esponenzialmente. 
A suo parere,una produzione troppo affrettata non rischia di far decadere la qualità generale dei prodotti del settore?
Come giudica questo fenomeno?
Tra i tanti scrittori italiani,con autocritica,lei si sente uno scrittore di qualità?

Il paradosso è che la libertà di parola, quindi anche di stampa, dovrebbe essere una cartina tornasole del livello di democrazia in un Paese. Il Italia non è così, quindi viviamo in una realtà surreale e migliaia di libri sono utili solo a far sentire migliaia di persone degli scrittori. L'altro problema è che molti addetti ai servizi del settore, lavorano con la stessa professionalità con cui venderebbero delle lattine di birra allo stadio. Pensano solo ai soldi e non alla qualità del prodotto. Chiedere a uno scrittore se quello che scrive è interessante è come chiedere ad un padre se il proprio figlio è bello!
 P.S. Mio figlio è bellissimo!!!

-"La fatica di non pensare" è la sua ultima fatica letteraria. Un po' di pubblicità:un breve spoiler per i lettori.
Perché gli italiani dovrebbero acquistare il suo libro?

Dovrebbero acquistare il mio libro perché faccio riflettere e non annuire, perché mostro una certa rudezza e scontrosità ma lasciando spazio all'insicurezza e alla fragilità. Perché ricordo a tutti che non si deve mai smettere di lottare, anche se spesso non se ne esce vincitori.

-Concluda questa rubrica con un suo pensiero.

Il mio pensiero finale in realtà è una frase di De Andrè, ripresa ne La fatica di non pensare: 
"Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore."



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