domenica 25 gennaio 2015

Se non ci fossi più

Ripropongo una vecchia poesia. La riflessione è sul fatto che, fino a che le cose vanno bene le persone ti stanno vicino e danno per scontata la tua presenza. Appena si crea un problema o comunque c'è una difficoltà, l'esclusione (la loro) è automatica. Non è vero che non ci tengo ai rapporti sociali. Non vedo perché dovrei rincorrere le persone. Non rincorro la felicità, perché secondo me non esiste, figurarsi se rincorro la felicità che dovrebbe essermi data dalla presenza delle persone. 
Vabbè, discorso complicato e scritto in maniera astrusa ma io mi sono capito. Forse è per questo che mi sento abbandonato.. ah ah!



La poesia è già stata edita ne La fatica di non pensare - Edizioni del faro.


Vagare per strade insensibili
senza lasciare rimpianti

non è poi così male.

Se io non ci fossi più,
cosa vi mancherebbe di me?




Sì, questo vi mancherebbe.



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Quello che non ho è un orologio avanti per correre più in fretta e avervi più distanti.
Fabrizio De André

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