venerdì 3 febbraio 2017

Un po' di America che se ne va (veramente)

In un periodo in cui si rimpiange le vecchia america, quella di Obama, quella del paradiso perduto.
Quando invece la realtà parla di una nazione in cui le disuguaglianze sociali ed economiche sono estreme, dove il famoso 1% più ricco della popolazione possiede più di un terzo di tutte le ricchezze, dove il reddito della metà più povera della popolazione non è cresciuto negli ultimi trent’anni, mentre quelli di quell’1% si sono triplicati. Un paese che ha speso 700 miliardi di euro per salvare le banche che stavano per mandarlo a picco, sprofondando in una crisi per cui in un anno nove milioni di persone hanno perso il loro lavoro. Un paese in cui più di sei milioni di persone sono in prigione o in libertà condizionale, dove la proporzione dei neri detenuti è tripla di quella dei neri liberi. Un paese il cui governo progressista e sorridente ha espulso, dal 2009 al 2016, tre milioni di immigrati, mentre dichiarava che li stava aiutando. Un paese che ha guadagnato grandi fortune sfruttando la manodopera a basso costo e maltrattata di altri paesi, e che adesso si lamenta delle conseguenze. Solo l’anno scorso ha sganciato più di 26mila bombe in Siria, in Iraq, in Afghanistan, in Libia e nello Yemen. Un paese che ha ancora un campo di concentramento fuori del suo territorio in cui rinchiude chi vuole. 
Un paese armato, non serviva e non servirà Trump per definirlo tale, in cui la metà degli uomini possiede armi da fuoco, e in cui ogni anno 12mila persone muoiono colpite da una pallottola. Un paese in cui abbondano le sparatorie di massa, omicidi plurimi dettati dal caso, in cui un uomo armato uccide quante più persone possibile in una scuola, una chiesa, un bar, un centro commerciale: quasi centocinquanta dal 2000. Un paese in cui due persone su tre sono favorevoli alla pena di morte, e in cui tremila persone aspettano la loro esecuzione.
Un paese in cui quattro adulti su dieci credono che un dio abbia creato l’uomo così com’è oggi meno di diecimila anni fa, come dice la Bibbia, e poi parlate di progressismo di Obama...
Un paese in cui i grandi poteri economici assumono legalmente dei maneggioni per fare pressione sui legislatori e ottenere leggi in linea con i loro interessi. Un paese in cui un multimiliardario misogino e razzista può diventare presidente con il voto dei suoi cittadini, la democrazia è anche questa. Stolti vetero comunisti, la democrazia DEVE accettare tutti!
Questa lettura nostalgica della storia ci impedisce di capirla. È il modo migliore per continuare a pensare al signor Trump come a un meteorite entrato in un’atmosfera pura e delicata, un bubbone inspiegabile: non la conseguenza di un processo, ma un incidente. Così non è possibile trovare una via d’uscita. Se il terremoto Trump servirà a qualcosa, sarà perché molti decideranno che è ora di ripensare le loro vite e la loro società: sarebbe un peccato che si limitassero a piangere per un paradiso che non hanno mai perduto perché non è mai esistito. Non sono pro Trump, semplicemente affermo il concetto che, tutto quello che fa Trump non è sbagliato semplicemente perché lo ha fatto lui. Una persona di sinistra non può pensarla così. E' da fascistelli questo pensiero. Perché lo fate voi?
Quindi, se dovete essere veramente nostalgici di qualcosa, siatelo per il famoso Circo Barnum che chiuderà i battenti a maggio, dopo 146 anni di attività. Un vero pezzo di America di cui essere nostalgici. 
Tra le cause indicate ci sono il netto calo nella vendita dei biglietti, aggravato da quando lo scorso anno gli elefanti sono stati eliminati dallo spettacolo. Tutti i circhi del mondo sono stati attaccati, in varie maniere, dagli ambientalisti. Ma questa è solo una delle cause.
Il circo nacque ufficialmente nel 1919 quando si fusero il circo Ringling Bros. e quello Barnum & Bailey. Quest’ultimo era a sua volta nato da una fusione tra il circo di Cooper & Bailey e quello dell’imprenditore Phineas Taylor Barnum, i cui primi spettacoli vengono fatti risalire al 1871 e che ad oggi è considerato probabilmente il più famoso di tutti i tempi: si chiamava il P.T. Barnum’s Great Traveling Museum, Menagerie, Caravan, and Hippodrome (“Il grande museo, serraglio, carovana e ippodromo viaggiante di P.T. Barnum”).
Il circo diventò nel corso degli anni famoso in tutto il mondo per gli spettacoli con animali esotici e per le funamboliche esibizioni dei suoi artisti, che nessun altro circo all’ epoca proponeva, tanto da aggiungere al nome di ogni spettacolo l’appellativo “The greatest show on earth”.
Il circo Barnum, inoltre, divenne noto per l’impiego dei cosiddetti “fenomeni da baraccone”. Si trattava spesso di persone con malattie rare, difetti fisici evidenti e altre caratteristiche che li rendevano strani agli occhi degli spettatori.




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